096004
https://pratiche.comune.biella.it/GisMasterWebS/SP/IsAut.ashx
https://pratiche.comune.biella.it/GisMasterWebS/SP/LogoutSAML.ashx
https://comune.biella.it
it
Regione Piemonte

L’opera di Carlo Carrà ‘Meriggio a Sagliano’ in esposizione alla mostra ‘Il Tempo del Futurismo’

Dettagli della notizia

Il quadro del Museo del Territorio Biellese è ospitato in occasione dell’esposizione presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Data:

10 Febbraio 2025

Tempo di lettura:

Descrizione

La mostra “Il Tempo del Futurismo” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini, celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944. Diversamente dalle mostre del passato dedicate al rivoluzionario movimento d’avanguardia fondato nel 1909 da Marinetti, questa mostra si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo. Una riflessione oggi attualissima, se si pensa che lo tsunami tecnologico dell’intelligenza artificiale sta investendo l’umanità, avverando la profezia della macchinizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina preconizzata proprio dai futuristi. La mostra punta a essere inclusiva, didattica e multidisciplinare, si rivolge al grande pubblico e in particolare alle nuove generazioni. Per questo illustra i concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo contestualizzandoli nella società dell’epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche.

Fra le 350 opere in esposizione anche il quadro di Carlo Carrà ‘Meriggio a Sagliano’, imprestato dal Museo del Territorio Biellese alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea per l’occasione di questa prestigiosa mostra.

Questo importante paesaggio biellese di Carlo Carrà, firmato e datato 1909, già appartenuto al collezionista bresciano Pietro Feroldi, è stato acquistato nel 1954 presso la storica galleria milanese dei fratelli Ghiringhelli Il Milione. L'opera è stata esposta in tutte le principali rassegne dedicate all'opera di Carrà e al divisionismo italiano, compresa quella organizzata nell'ambito della Biennale di Venezia del 1952. Nel 1906 Carrà aveva potuto lasciare il mestiere di decoratore per iscriversi all'Accademia di Brera e attraverso gli scambi di idee con gli artisti suoi coetanei si era orientato, intorno al 1908, verso il linguaggio allora più innovativo, quello del divisionismo. Egli trascorse nella casa del fratello a Sagliano Micca le estati del 1908 e del 1909, dedicandosi alla pittura all'aria aperta con un entusiasmo che è puntualmente rievocato nei ricordi autobiografici del 1943: "..mai come in questo soggiorno nel Biellese avevo goduto nella quiete campestre l'intima gioia del dipingere. La campagna era deliziosa, abbondava di fresche acque e di frutta, tutto verde, tutto ombre; un'incantevole natura!" (Carrà C., Milano 1943, ora Milano 1981, p. 67). Il catalogo generale delle opere di Carrà registra cinque sole opere realizzate nel 1909, due paesaggi, tra cui "Meriggio", due vedute milanesi ("Piazza del Duomo" e "Uscita dal teatro") ed il ritratto di Giovanni Zorio (Carrà M., 1967, p. 157). In questo anno di sperimentazioni e di progressi si instaura dunque un perfetto equilibrio tra i due poli della pratica divisionista del pittore alessandrino: da una parte, nelle scene urbane, una predilezione per soggetti notturni e illuminazioni artificiali di matrice pre-futurista, dall'altra un'indagine serrata di situazioni luminose colte al vero nella campagna biellese e rese con l'accostamento di colori complementari. Così avviene in questo paesaggio, caratterizzato dal forte contrasto tra l'ombra in primo piano e l'alto orizzonte luminoso dei cascinali proiettati contro il cielo, con una prospettiva ascendente accentuata dalla verticalità del formato. Al contrario di quanto avviene nella Pagina 7 di 12 maggior parte dei quadri divisionisti di Carrà, qui il colore è distribuito in tocchi di stampo puntinista e non per filamenti. In occasione della mostra antologica romana del 1994, nel quadro di una revisione a largo raggio delle datazioni delle opere di Carrà, è stato proposto il riferimento di "Meriggio" al 1910, sulla base dell'ipotesi che l'iscrizione "909" sia in realtà una retrodatazione apposta l'anno successivo, allo scopo di anticipare il quadro rispetto alla stesura del "Manifesto dei Pittori Futuristi", risalente al febbraio del 1910 (Guzzi D., "Paesaggio", in "Carlo Carrà 1881-1966", 1994, p. 182). Tale ipotesi appare forzata, dal momento che estende a questo dipinto un ragionamento che appare invece più convincente in relazione al già citato "Piazza del Duomo", che reca sul recto doppia data e doppia firma e che affronta una tematica vicina alla sensibilità futurista.

A cura di

Questa pagina è gestita da

Ufficio Stampa

Via Battistero 4 - Biella

Ultimo aggiornamento: 10/02/2025, 09:54

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2

Inserire massimo 200 caratteri