Intorno al 1871 la popolazione di Biella è di 17.240 abitanti, ma se si considera l'intero circondario si raggiungono i 156.531. La città è ricca di istituzioni scolastiche pubbliche e private, eppure fino al 1874 gli unici fondi librari per lo sviluppo dell'istruzione pubblica sono la biblioteca del Seminario Vescovile (istituito nel 1524 dal vescovo di Vercelli, Agostino Ferrero), quelle circolanti delle società operaie e i pochi volumi del Collegio di San Francesco. Il 19 ottobre 1873 Quintino Sella invia al sindaco di Biella, Tommaso della Marmora, una lettera in cui sottolinea la necessità di fondare, con il concorso dei privati cittadini, una biblioteca pubblica, possibilmente annessa a un istituto scolastico e accompagna la sua proposta con il dono di 2.355 volumi. Nella lettera precisa «molte città meno importanti di Biella hanno in Italia pubbliche biblioteche e forse non vi ha alcun municipio di pari importanza che ne sia privo». Individua poi come luogo idoneo l'ex Convento di San Sebastiano e chiede di deliberare in Consiglio Comunale i seguenti punti:
- «che si assegni nell'ex convento di S. Sebastiano un locale per archivio circondariale e la biblioteca municipale»;
- «che si affidi la conservazione e la responsabilità… a qualcuno della Scuola Professionale, cui si assegnerebbe perciò una tenue retribuzione»;
- «che si autorizzi l'accettazione in deposito dei libri che si consentisse a rendere di uso pubblico secondo le norme che verrebbero poi fissate per la biblioteca comunale»
In seguito alla sollecitazione di Sella e alla sua donazione, il Consiglio Comunale, l'11 febbraio del 1874, istituisce la Biblioteca Municipale annessa alla Scuola Professionale e con sede nei locali dell'ex Convento di S. Sebastiano.
Nel maggio del 1876 Giuseppe Venanzio Sella dona 12.239 volumi al Comune a condizione che vengano messi a disposizione dei cittadini ed anche Quintino decide di offrire in dono al Comune i libri e i fascicoli che aveva depositato presso la Scuola Professionale. Unica condizione che Quintino pone nell'atto di donazione indirizzato al Sindaco, che redige anche a nome del fratello, è che la biblioteca possa essere di uso pubblico.
In quell'anno Giuseppe Venanzio muore e il Comune promette a Quintino che farà in modo di aprire prima possibile al pubblico la biblioteca e appone una lapide all'ingresso in ricordo dei donatori (le lapidi si trovano ora nella vecchia sede di via Pietro Micca, 36). Nei primi giorni di giugno di quell'anno, a spese della famiglia Sella, i libri vengono depositati presso la struttura di San Sebastiano con i relativi cataloghi. Il consigliere incaricato di ricevere i volumi, precisa di non aver «turbato l'ordine dato dalla famiglia Sella» e cioè: A= per opere di botanica; B e C= per opere di medicina; D, E ed F= per opere di letteratura. Il 16 giugno del 1876 il Consiglio Comunale accetta formalmente la donazione.
Il 19 novembre 1879 il Consiglio Comunale approva la nomina di Domenico Vallino a bibliotecario (era stato infatti eletto dal consiglio della scuola il 23 ottobre dell'anno precedente). Egli decide l'apertura al pubblico per quattro ore giornaliere e approva un regolamento. Nella relazione che Vallino nel 1888 invia al Ministero della Pubblica Istruzione precisa che presso la Scuola Professionale è annessa una Biblioteca Municipale. Alla fine del 1879 il fondo della biblioteca è accresciuto di 1.306 volumi per acquisto, 398 per dono e 497 provenienti dalla soppressa Congregazione dell'Oratorio di S. Filippo Neri. I libri sono collocati per formato e vi è un catalogo per autori e per materia manoscritto a schede fisse, e infine un inventario di tutto il materiale.